L'angoscia esistenziale le ferite di ogni misura che abitano il nostro mondo interiore ed esteriore costituiscono la" noirseur"che investe gli antieroi delle storie: detective, poliziotti, gangster, donne e uomini perduti nel vortice di eventi che la vita e le scelte fatte portano al dramma e alla tragedia.
I registi noir degli anni quaranta e cinquanta, influenzati dall'espressionismo tedesco, dal realismo poetico francese, dalla letteratura hard-boiled americana e dalla generale disillusione postbellica, che convenzionalmente va dal 1941, anno di uscita di "Il mistero del falco" di J. Huston al 1958 con " L'infernale Quinlan"(Orson Welles) aprono le porte al sopruso, alla violenza, ad una deriva quando la realtà stigmatizzava la guerra mondiale in atto.
Il copione cinematografico di questo periodo un certo stile non ancora del tutto assorbito dagli attori più noti: R. Mitchum dichiarava " non so cosa significa il termine noir".
Negli anni cinquanta sarà la Francia, a rimarcare lo stile noir con variazioni che vanno dal"nero" più onirico a quello di taglio sociale o documentaristico. Gli stessi autori per esprimere visivamente i conflitti interiori dell'uomo, elaborano un proprio linguaggio, affidandosi a soluzioni innovative quali il flashback, le riprese notturne, la profondità del campo, la complessità narrativa. Per di più la macchina da presa è spesso posizionata diagonalmente per evidenziare l'emotività della scena.
Un'accelerazione alla diffusione e alla modernizzazione del noir con la "Nouvelle Vague" e con il " polar"(poliziesco noir) si affermerà uno stile e un'atmosfera noir imponendo un gusto ancora oggi apprezzato da un pubblico vitale e profondo.
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