lunedì 13 gennaio 2014

Femminismo e identità

Negli anni settanta l'identità femminile  e il ruolo sociale della donna diventano temi capitali anche nelle arti, condivisi e indagati da artiste e ricercatrici impegnate nell'argomento. Le prime artiste ad aderire al movimento femminista si esprimono con opere fortemente connotate ideologicamente, che mettono in evidenza i concetti di differenza di genere e di parità di diritti. Nascono spazi progettati per le donne, corsi universitari sperimentali, team di artisti e ricercatrici, come nel caso della cattedra tenuta da Judy Chicago alla California State University di Fresno nel 1970. I lavori di queste artiste e ricercatrici sono caratterizzati da toni a tratti molto aggressivi, che fanno uso degli stereotipi più radicati per creare immagini disturbanti, forti, denunciatarie, che stimolano una reazione immediata;
opere che talvolta recuperano le pratiche della tradizione femminile come il ricamo,il cucito o i lavori domestici più consueti, ma più spesso usano il corpo come mezzo espressivo, esibendolo in performance e happening, mettendolo in relazione con l'ambiente, combinandolo con l'opera d'arte stessa quasi fosse una materia pittorica ( come nel caso di Carolee  Schneeman) o rendendolo protagonista di azioni fortemente provocatorie, come la Action Pants, Genital Panic di Valie Export che nel 1969 entra con i pantaloni aperti a mostrare i genitali in un cinema porno di Monaco puntando un mitra giocattolo alle tempie degli spettatori, che si allontaneranno intimoriti dalla sala, incapaci di relazionarsi con una presenza femminile che non sia di celluloide.

Carolee Schneemann, Eye Body Trasfomative Actions 1963.




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