Gli abiti rappresentano la personalità, la duplicazione dell'Io, dei suoi sogni e desideri: è questo pensiero che ha portato Dalì a disegnare moda. Le creazioni riproducono i temi metafisici e surreali della sua pittura: uno scheletro bianco su un abito nero, astici dipinti su un vestito da sera, bottoni in ceramica che riproducono mosche su pezzi di cioccolato, una borsa in nappa e rame a forma di telefono, cappelli a forma di scarpa, di cotoletta o di calamaio. Sono famose le tasche, vere e false, a forma di bocca ricamate su una giacca e le tasche cassetto su un tailleur che trovano precisi riferimenti nei disegni e nei dipinti di quell'epoca. Nel '37 disegna per la Schiaparelli, una sirena gioiello e, con Folco di Verdura, noto designer di gioielli, crea monili dalle forme insolite: una civetta, un ragno nella tela e un San Sebastiano. Nel '38, all'Esposizione internazionale del Surrealismo a Parigi, presenta un manichino vestito di cucchiaini. E' del '49 la seconda collezione di gioielli per la Schiaparelli. Tra tutti spicca il cuore in rubino, sormontato da una corona che, grazie a un piccolo motore, simula il battito cardiaco. Nel '55, l'artista realizza 20 gioielli in oro, rubini e smeraldi, che riproducono alcuni dei uoi quadri: una spilla Ferita atavica, una scatoletta Mano venosa, una croce Luce di Gesù Cristo. Nel '65 progetta una collezione di costumi da bagno con seni surreali applicati alla schiena. (Cloe Piccoli).
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