Il più famoso calzolaio del mondo. Undicesimo di 14 figli, nasce a Bonito, un paese a 100 km da Napoli dove l'emigrazione in America era la strada obbligata. Già all'età di 9 anni, il piccolo Salvatore, lascia la scuola in terza elementare, crea in una notte il suo primo paio di scarpe con un cartone bianco, per la prima comunione della sorellina. Ha le idee chiare: da grande vuole fare il calzolaio. A 11 anni già lavora nella bottega di Luigi Festa a Bonito e, a 13, è titolare del suo primo negozio dove comincia a creare scarpe da donna: una bottega negli spazi di casa fra la porta d'ingresso e la cucina, cinque lavoranti di cui il più adulto ha 18 anni. Nel 1914 l'emigrazione in America. Dopo aver rinunciato a un lavoro sicuro in una fabbrica di scarpe: La Queen Quality Shoes
Company, raggiunge i fratelli maggiori a Santa Barbara, li convince a mettere insieme gli esigui risparmi per investirli in un negozio di risolatura e riparazioni. Come racconta nell'autobiografia "Il Calzolaio dei sogni" (Sansoni) che porta il suo ritratto dipinto da Piero Annigoni, Salvatore capì subito che quella favolosa California era la mecca tanto cercata, con un'industria cinematografica in grande crescita. Fu l'occasione per provare nuovi stivali per i western. Il regista Cecil B. De Mille
disse:<<Il West sarebbe stato conquistato prima, se ci fossero stati questi stivali>>. Fu la consacrazione. Arrivarono in negozio le prime star. L'antesignana fu Mary Pickford. Nacque per lei il primo Ferragamo originale in capretto marrone, con due orecchie che si alzavano sul davanti. Presto divenne il ciabattino delle dive. La fama cresce come l'ambizione: ecco il ritorno in Italia, a Firenze, a caccia di bravi artigiani. Apre la prima bottega fiorentina con 60 operai nel '27, poi la crisi del '29 e il fallimento. Ma Ferragamo risorge. Maria José va all'altare con scarpe Ferragamo. Mussolini che soffre di calli e duroni, calza i suoi stivali. Arrivano da New York , da Parigi, da Londra le signore che si vestono da Chanel, da Schiaparelli. L'autarchia, con la carenza di materiali, alimenta di trovate il suo talento. E' una storia infinita di creazioni originali, la scarpa a zeppa con il tacco di sughero, quella ortopedica, diventa la mitica scarpa del secolo.
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