Dopo gli studi compiuti in Romania, torna a Parigi, dove vive, nel '46. Ballerina di fama, è costretta a interrompere la sua carriera in seguito a un incidente che la induce a occuparsi di pittura. Nel '65 si avvicina alla fotografia da autodidatta realizzando ritratti in bianconero i grande fascino in atmosfere che risentono delle sue matrici culturali: il surrealismo di Breton, la pittura simbolista, i simboli del decandentismo, la teatralità di una falsa lussuria. Fra le modelle preferite, sempre fotografate in uno studio di gusto barocco dove non mancano mai gli specchi, c'è la figlia Eva che compare in molte mostre dei suoi lavori.( Roberta Mutti)
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