Fu fra le prime firme d'alta moda chiamate da Giorgini a testimoniare, l'11 febbraio 1951, la realtà di uno stile italiano, autonomo dall'influenza francese. Secondo Maria Pezzi, era, con Germana Marucelli, più avanti di tutti sulla strada dell'indipendenza da Parigi, perché era più intelligente e meno borghese dei propri colleghi, sia donne che uomini. A creare cose sue aveva cominciato prima delle sfilate fiorentine; era una donna bella e di grande intelligenza. Sapeva anche documentarsi, aveva una vastissima gamma di giornali, di riviste che servivano al suo lavoro. Era molto raro, allora, un tale e lungimirante interesse fra gli addetti. La sua biblioteca, alla chiusura della sartoria, fu rilevata dal bigiottiere Giuliano Fratti e dal giovanissimo Walter Albini.
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