Miguel Cabrera ritrae sor Juana Ines all'interno della cella presso il convento dell'ordine di S. Gerolamo, dove vivrà per tutta la vita a partire del 1669. A servire da sfondo è la vasta biblioteca personale della religiosa, con più di quattromila volumi. La presenza del libro aperto e della penna sulla scrivania, assieme agli scaffali pieni di libri, vuole sottolineare le doti intellettuali della donna.
Figlia illegittima di una criolla messicana e di un militare spagnolo, sor Juana si forma nella vasta biblioteca del nonno materno. Benché autodidatta, come molte altre donne del tempo, conosce alla perfezione gli autori classici e la teologia. Soprannominata la "decima musa", sor Juana scrive numerose poesie e alcune opere teatrali. Un tema costante nella sua produzione è quello dei diritti della donna.
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