Un talento precoce Fonti Wikipedia
Leonor Fini nacque da padre argentino di origini
beneventane e madre triestina di origini
tedesche. In seguito alla
separazione, madre e figlia rientrarono a
Trieste nel
1909 ospiti dello zio Ernesto Braun. La bambina, soprannominata Lolò, fu al centro di una strenua lotta tra i genitori, e il padre, pur di ricondurla a sé e di portarla in
Argentina, tentò in tutti i modi di riprendersela, sino a giungere a un tentativo di
rapimento[1]. La madre, Malvina Braun, occultò la bambina adottando la tecnica del travestimento
[1] : Leonor Fini in futuro adotterà spesso, anch'essa, questo stratagemma per scandalizzare gli abitanti dei paesini del
Carso sloveno o per divertire amici e colleghi. Cresciuta nella stimolante atmosfera della Trieste del
Ventennio, ove si contavano numerose le figure di
letterati di livello internazionale (
Svevo,
Saba,
Bazlen) e di artisti, la Fini fu sostanzialmente una pittrice autodidatta che frequentò assiduamente gli
atelier dei pittori più noti di quegli anni. Strinse una solida amicizia con
Arturo Nathan, con
Carlo Sbisà, ma il pittore che più si avvicinò al ruolo di maestro fu
Edmondo Passauro,
ritrattista e
pittore di figura che segnò la pittura finiana almeno sino al suo passaggio parigino.
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