Premesso che il nostro comportamento è connotato da stimoli positivi e negati ne consegue che l'emozione, o carica affettiva costituisce una determinante del comportamento motivato.
Gli studi condotti in questo campo hanno dimostrato quanto sia importante per il comportamento finalizzato secondo sequenze di avvicinamento l'affetto positivo (piacere) e, nel comportamento di
evitamento l'affetto negativo (dispiacere).
McClelland (1955), un assertore di questi studi definisce il motivo come una forte associazione affettiva, caratterizzata da una risposta anticipatoria alle mete e basata su associazioni precedenti di certi indizi con piacere o dolore. In tal modo all'aspettativa del piacere o del dolore, fondata su quanto avvenuto in precedenza, viene attribuita la funzione di regolare il comportamento motivato.
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