Le fiere e i mercati nacquero dall'aggregazione di venditori ambulanti che a scadenze prestabilite del calendario civile o religioso si riunivano per commercializzare i loro prodotti. Nella Roma imperiale il mercato era un vero e proprio specchio della potenza economica dell'Impero,i ove si poteva trovare ogni genere di prodotto alimentare. Durante il Medioevo con l'economia feudale l'istituzione sembra temporaneamente tramontare per riprendersi intorno al XIII secolo con il rifiorire dei nuclei cittadini.
Nelle città, dal tardo Medioevo e fino all'inizio del XIX secolo il mercato svolge un ruolo assai significativo nell'affermarsi di costumi alimentari locali. Dalla metà del XVI secolo e per tutto il XVII le scene di mercato si affacciano con frequenza nelle opere pittoriche, dall'Italia alle Fiandre.
Esse celebrano l'abbondanza derivata dalla crescente fiducia nel commercio, fonte primaria di ricchezza per le nuove per le nuove classi emergenti. Le scene di mercato rispondono in quell'epoca in quell'epoca allo stesso spirito catalogatorio e curioso che animava il collezionismo delle camere di meraviglie.IL XVIII secolo informa le scene di mercato con il nuovo illuministico senso della sicurezza economica, che si traduce nell'ottimistica sensazione di aver sconfitto per sempre la fame.
Una consistente innovazione avviene verso la fine del 1800, la formula del mercato coperto, ove l'attenzione del compratore è catturata dalle insegne commerciali apposte sull'esterno degli edifici adibiti all'uopo. ( Dizionario dell'arte Electa 2006)
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