La fuga dagli stimoli dolorosi insorge quando l'organismo evita danni ai tessuti , ed è una risposta intollerata a livello fisiologico. L'impatto con lo stimolo aversivo si fonda su condizioni dalle quali l'organismo rifugge. Come la fame agisce per eludere gli spasmi e la sete ad eliminare il disagio della gola secca, così l'evitamento dal dolore stimola una serie di atti che portano fuori dall'area della sofferenza: scottarsi, pungersi, proteggersi dal freddo e dal caldo allontanarsi da un pericolo imminente. Va detto che il dolore differisce dalla fame e dalla sete in quanto non discende da una privazione, ma si basa su una disposizione fisiologica strutturata nell'organismo in stato di quiete, fino all'incontro con lo stimolo doloroso. In definitiva il dolore ha carattere episodico,mentre le altre pulsioni hanno un andamento ciclico, dipendendo dai processi metabolici.
Molte altre condizioni operano come pulsioni: evitare il soffocamento, quella contro l'accumulazione di materiale di scarto nell'organismo, contro l'eccessiva fatica e contro l'esaurimento.
Talvolta la fonte fisiologica delle pulsioni è acquisita.
L'assuefazione alle droghe ne è un esempio. Quando l'individuo ne è privato è in balia di un desiderio tremendo si agita e presenta segni di acuto malessere da cui solo la droga può sollevarlo.
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