L'Arlecchino ( Settimanale quotidiano ) . In un certo senso è stato il capostipite dei giornali umoristici. Uscito nel 1848 ebbe come caricaturista Mattei. Sospese le pubblicazioni l'anno seguente in seguito a un decreto sulla stampa. Nella sua lunga storia per un certo tempo fu anche quotidiano. Sotto il dominio dei Borboni, per sopravvivere mutò la testata in " La Torre di Babele", che tenne sino al 1860, anno in cui fu soppresso per tornare in edicola con il vecchio nome. Sparì definitivamente nel 1861. Al giornale collaborarono Giuseppe Delfico, Enrico Colonna e molti altri.
Mattei era considerato il Teja del sud. Il giornale subì multe, processi, persecuzioni e sospensioni, ma tutto ciò non placò l'animo dei suoi collaboratori che, come ci ricorda Gec, lavoravano avendo sul tavolo lo schioppo accanto alla matita.
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