Massimo Bontempelli ricordò più volte, per offrire un esempio di ciò che egli intendeva per <<, realismo magico>>, la pittura del Quattrocento italiano ( Mantegna, Masaccio, Piero della Francesca) e il preciso realismo reso da questi pittori attraverso una trasparente lucidità di colore: anche il racconto "Quasi d'amore" tratto da Miracoli (1923-29), rientra in questo assunto per la presenza del magico e del misterioso. Il segno del magico è dato dai riflessi di un vetro. Una situazione in sé banale, ovvia, che viene scalfita da un qualcosa di misterioso: per un attimo si intravede la realtà sotto la pacifica e serena norma quotidiana.
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