Il movimento si forma durante la rivoluzione sovietica di cui assume problemi e ideologia ponendosi come traguardo anche la produzione di valori materiali e di oggetti destinati a trasformare lo stile di vita. In sostanza l'artista costruttivista vuole finalizzare i risultati del proprio pensiero e del proprio lavoro a favore delle masse. Vladimir Tatlin sostiene l'arte come comunicazione. La sua idea di costruttivismo è una sintesi tra arti e tecnologia, perciò il suo progetto (1919) di Monumento alla III Internazionale, una piramide a spirale sgemba, più alta della torre Eiffel, in tre parti, d'acciaio e cristallo, destinata alle riunioni del Comintern, è nello stesso tempo edificio, scultura ed espressione ideologica. Si ricordano in particolare i tre fratelli Vesnin, architetti, urbanisti, scenografi, famosi autori di progetti per il palazzo dei Soviet, per la Pravda di Leningrado, club operai, fabbriche automobilistiche. Il movimento, però, nasce ufficialmente nel '21, l'anno della nuova politica economica, Nep, che si sostituisce all'economia di guerra. All'interno del movimento si formano subito alcune contrapposte correnti. Kandinskij, accusato di soggettivismo, perché cura soprattutto gli aspetti psicologici della creazione artistica, è costretto a dimettersi da direttore dell'Istituto. Il concetto di "composizione" afferente alla sfera estetica del gusto, viene ritenuto anacronistico: l'oggetto estetico, si dice, va esaminato scientificamente attraverso un lavoro di laboratorio. Anche la moda disegna tessuti e abiti da lavoro e per lo sport. Nasce la tuta. La stilista Popova nel '23 diventa la direttrice artistica della prima fabbrica di Stato di tessuti stampati. Il movimento, poi, preso tra le spire della politica Stalinista, si spegne intorno al '30.
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