Giovanissima si forma tra Londra e Parigi. Tra il '44 e '45 si trasferisce a Roma aprendo il suo atelier.
Il suo atelier, vicino all'Hotel Excelsior, riceve personaggi importanti, tra cui Evita Peron. Ingrid Bergman veste Gattinoni, Anna Magnani è sua cliente abituale, Audrey Hepburn si fa disegnare gli abiti di scena. Si affianca a Fernanda il figlio Raniero, coadiuvato da Stefano Dominella. I due pianificano, con successo, il rinnovamento della griffe. Fernanda si mette in disparte, ma continua il suo rapporto con le clienti e il laboratorio. Raniero muore nel '93. Stefano diventa presidente della Gattinoni e Guglielmo Mariotto, già designer per Raniero, assume la direzione artistica. A stretto contatto con Fernanda, prosegue con successo il connubio tra manualità artigianale e ricerca di nuove tecnologie. Nel '96 nasce una nuova linea di pret-à porter che sfila a Milano e affianca altre licenze della maison. Nel 2002 la Maison Gattinoni è incaricata di disegnare le nuove divise per l'esercito italiano. Nel novembre dello stesso anno muore Fernanda. La camera ardente è stata allestita in Campidoglio. Oggi la griffe Gattinoni dà la propria etichetta a diverse linee di prêt-à-porter presenti nel mondo.
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