Alessandra Arachi è nata e vive a Roma. Lavora come giornalista per il Corriere della Sera, occupandosi di attualità, costume, politica, Ha pubblicato il suo primo libro a 29 anni, nel 1994: Briciole, un long seller che è diventato anche un tv movie trasmesso in prima serata da Rai Uno.
Il libro
Non è facile comprendere il sacro furore che ha preso di mira le mamme. Le mamme delle ragazze anoressiche, per essere precisi. A loro, negli ultimi decenni, è stata data addirittura la colpa di essere la causa di questa malattia che, tra i disturbi della psiche, è quella con il più alto tasso di mortalità. A loro la croce del dramma. A loro il senso di impotenza. A loro. Ma non a Marta. Marta De Bellis non ci sta. Ha una figlia di sedici anni, Loredana, che un giorno decide di lasciare a metà il suo piatto di spaghetti e si infila dentro quel tunnel che ha un nome ben definito ma un’origine ancora oggi enigmatica: l’anoressia. Marta si trova a combattere. Contro la malattia di Loredana, ovviamente. Ma anche contro una montagna di stereotipi che le crollano letteralmente addosso, giorno dopo giorno. Medico dopo medico. Stereotipi che vogliono la mamma colpevole dell’anoressia della figlia. Stereotipi che Marta respinge puntualmente al mittente, come in una partita di tennis. Una partita mortale. Non c’è tempo da perdere. Perché il peso di Loredana scivola fino a raggiungere i trentuno chili. E l’ago della bilancia non accenna a fermarsi… Continuazione ideale di Briciole, primo romanzo italiano a portare l’anoressia all’attenzione del grande pubblico e successo editoriale che dura da più di vent’anni, Non più briciole torna a raccontare quel dramma scegliendo questa volta il punto di vista di una madre che, mentre lotta ogni giorno per salvare la propria figlia, lotta anche contro una terribile condanna senza appello che incombe su di lei e su appello che incombe su di lei e su tutte le madri.
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