La complessa favola mitologica è un dramma con ampie variazioni, dato il numero di triangoli che vedono via via coinvolti Cefalo, Procri, Eos, Venere, Marte e Minosse.
Centro dell'azione è la dea Venere, gelosa della relazione tra l'ex amante, Marte, e Eos, dea dell'aurora. Sentendo i morsi della gelosia, Venere trova per Eos una condanna singolare: la destina a essere costantemente innamorata. Salendo verso il cielo, la dea dalle dita rosate vede il bellissimo Cefalo. Il giovane, recente sposo di Procri, non cede alle avance di Eos, che, per vendetta, gli insinua un velenoso dubbio sulla fedeltà della moglie. Cefalo, camuffato, a suon di ricchi doni riesce a convincere Procri a una notte d'amore, ma al momento culminante rivela la propria identità. Procri, confusa e imbarazzata, fugge fino a Creta. Qui diventa l'amante di re Minosse, che le regala una lancia e un cane da caccia magici, ricevuti da Diana. Procri gira i doni a Cefalo, cercando e trovando una riconciliazione. Diana, la dea vergine per antonomasia, non può tollerare che i doni fatti a Minosse e destinati alla caccia divengano volgari regali d'amore, e si vendica in modo terribile. Durante una battuta di caccia, Procri si nasconde dietro un cespuglio per spiare, non del tutto convinta del rapporto del marito con Eos. Cefalo, sentendo un fruscio, scaglia l'infallibile lancia magica verso la preda, uccidendo Procri sul colpo. (Ovidio metamorfosi libro 7)
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