Le figure di Orfeo ed Euridice non hanno forse una grandissima fortuna nelle arti figurative, ma vista la natura musicale del protagonista, sono al contrario fondamentali nella storia del melodramma, da Monteverdi a Gluck. Figlio di Calliope e di Apollo, Orfeo è naturalmente dotato di un talento musicale meraviglioso. Aristeo, a sua volta figlio di Apollo e della Ninfa Cirene, è invece uno specialista nell'apicoltura e nella produzione casearia. Un giorno, avvistata una bella ninfa, Aristeo prende a inseguirla; durante la fuga la ninfa viene morsa da un serpente e muore. Si tratta di Euridice, sposa di Orfeo. Inconsolabile e ammutolito, Orfeo si spinge fino alle porte degli inferi nella speranza di ritrovare Euridice; dopo un lungo e luttuoso silenzio, riprende a cantare in modo tanto dolce da commuovere gli dei dell'oltretomba. Plutone e Proserpina, sovrani dell'Ade, concedono a Euridice il permesso di seguire Orfeo fuori dall'Ade, ma a condizione che Orfeo non si volti indietro. Lungo il percorso nell'oscuro regno dei morti, ormai vicino al chiarore dell'uscita, Orfeo non resiste: si volta indietro per controllare che Euridice lo stia ancora seguendo, e nello stesso istante la sposa viene definitamente ghermita dall'Ade. (Virgilio Geogiche,4; Ovidio, Metamorfosi, libro 10)
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