L'originaria concezione freudiana vedeva il sesso come la principale forza pulsionale; in questa visione l'energia psichica accentrava sul sesso la spinta pulsionale principale. In seguito, avendo considerato a fondo la crudeltà umana, Freud attribuì anche all'aggressività il ruolo di impulso primario. A un dato momento egli contrappose le due pulsioni teorizzando un istinto di vita e un istinto di morte, ma i suoi seguaci si limitano a riconoscere le due pulsioni, ( sessuale e aggressiva), come due principi d'interpretazione del comportamento istintivo dell'uomo.
Secondo la posizione freudiana, il comportamento sessuale segue nel suo sviluppo un modello che conduce ad un originario amore in sé (narcisismo), attraverso vari attaccamenti oggettuali, fino al conseguimento della sessualità adulta. A un certo punto del processo interviene una fase caratterizzata dall'attaccamento del soggetto per i genitori, specialmente per il genitore di sesso opposto, fatto che sembrerebbe essere all'origine di conflitti motivazionali perché, amando uno dei genitori, il bambino diventa rivale dell'altro. L'amore del bambino per il genitore di sesso diverso è conosciuto come "complesso di Edipo", termine che deriva dalla tragedia in cui Edipo inconsapevolmente sposa la propria madre. Sebbene l'interpretazione del complesso edipico abbia dato luogo a critiche ( Fromm, 1949), è indubitabile che l'attaccamento del bambino alla madre e della bambina al padre può considerarsi come una fase importante nello sviluppo delle sue risposte affettive. Segue un periodo in cui si manifestano attaccamenti per individui del proprio sesso (omosessualità). Lo stadio finale dello sviluppo sessuale culmina nell'attrazione per un partner appartenente all'altro sesso, che rappresenta il normale interesse etero sessuale.
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