La consapevolezza è una conoscenza di ciò che si vuole, allora è in grado di esprimere dettagliatamente i suoi propositi. Se ci sono dei rischi, è preparato ad affrontarli. Un comportamento del genere è chiaramente orientato verso uno scopo, in quanto implica che un'intenzione venga attuata in vista di una meta riconosciuta. Per molto tempo applicarsi per raggiungere vari obiettivi si usava il termine "volontà". Gli psicologi, invece, hanno sostituito il termine con la parola "motivazione". Le obiezione che gli psicologi avanzano contro il concetto di volontà sono tre:
1) esso implica un'entità che controlla l'azione
2)comporta implicazioni filosofiche relative all'antico problema libertà-determinismo
3) è infine connesso con certi problemi giuridici riguardanti la responsabilità per gli atti criminosi.
Quando si parla di una persona dalla "forte volontà", s'intende uno che è in grado di adottare un piano e di dedicarsi alla sua realizzazione con tanta fermezza da resistere alle distrazioni e da riuscire sempre a trovare il modo di proseguire verso il suo fine. Ma, via via che gli psicologi hanno acquisito maggior confidenza con lo "status"della psicologia come scienza, alcuni di questi termini antiquati sono stati reintrodotti nel lessico psicologico, perché si è avvertito che ripudiandoli si era perso qualcosa. Il termine "volontà"fu ,infatti, ripescato in un volume di (Miller, Galanter e Pribram 1960), per quanto la trattazione sia stata svolta largamente in termini di "piani", parola che non richiama le annose dispute associate al concetto di "volontà".
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