I comportamenti omissivi trovano il modo quasi sempre per giustificare il loro livello di responsabilità di ruolo nell'ambito di un'organizzazione.
Molti operatori, abbastanza consapevoli, sopportano ogni giorno una muta tirannia senza poter fare quasi niente per ostacolarla. La leadership spiacevole pratica una serie di comportamenti così esecrabili verso la dignità della persona attraverso imposizioni, minacce, induzioni alla complicità che ne compromettono l'integrità psicologica in base all'abuso di autorità.
Per cercare di capire e arginare il fenomeno sono state osservati diversi stili di comando. Dallo screening si è appuntata l'attenzione sull'attrazione che il leader autoritario esercita sui quei collaboratori che si trasformano in veri e propri alleati e conniventi. Questi oltre a sostenere il capo, svalutano tutti quelli che vi si oppongono fino concentrare attacchi in modo sistemico sui soggetti dissidenti, preparando così la via per attivare dinamiche di mobbing. In questo clima emerge lo stile carismatico negativo del leader con quelle caratteristiche istrioniche corruttive e mistificanti.
Va detto che la crescita delle forme " tossiche di comando " è resa possibile dalla distrazione di chi è preposto ad osservare il fenomeno nell'ambito delle organizzazioni aziendali. Finché ci sarà un discutibile livello di responsabilità da parte dei preposti, il cambiamento degli stili gestionali dovrà ancora attendere per una inversione di tendenza.
Ma il problema è comunque a monte. Gestire organizzazioni pubbliche e private spesso il sistema di reclutamento dei manager è di natura clientelare, quindi di conservazione del potere malato.
Per intervenire sulla questione non sarebbe inutile il lavoro dello psicologo conoscere in profondità le personalità dei ruoli manageriali prima in fase selettiva e poi in itinere, nel corso della carriera.( Andrea Castiello D'Antonio Psicologia Contemporanea n.240 2013)
Nessun commento:
Posta un commento