lunedì 11 novembre 2013

le emozioni intense

Le emozioni presentano risposte comportamentali esterne-interne che vanno dalle più tenue soddisfazioni al panico più completo. Le emozioni  moderate hanno un'influenza tonica. Si lavora meglio quando si prova un vero interesse o un certo entusiasmo per quello che stiamo facendo. Una delle conseguenze di un blando stato emotivo  è un leggero aumento del normale livello di funzionamento fisiologico, dovuto probabilmente a un leggero incremento del grado di tensione generale, fatto questo che agevola i processi di apprendimento. Questo principio è stato provato da esperimenti in cui il soggetto doveva memorizzare del materiale stringendo un dinamometro o tenendo sollevato un peso. Si è notato che un soggetto apprende con maggiore facilità in uno stato di tensione moderata, quando non è né troppo teso né troppo rilassato: quando un'emozione leggera determina una tensione di questo tipo, l'apprendimento può essere agevolato. Una seconda conseguenza delle emozioni blalde , purchè siano connesse con il compito assegnato, è di rendere il compito stesso più interessante e significativo: senza una coloritura affettiva l'attività si fa opaca e senza senso e finisce per assumere un tono di monotonia. Pertanto un leggero stato emotivo generato dall'interesse per il lavoro da svolgere è estremamente utile.
Le emozioni intense svolgono un ruolo più ambiguo. Esse vanno dagli stati spiacevoli di paura, rabbia o dolore, a quelli piacevoli di gioia e di affetto. Quando le emozioni intense sono libere di seguire il loro corso possono anche non riuscire dannose e accrescere l'interesse per la vita. L'eccitazione può essere seguita dal rilassamento, la paura dal sollievo, la disperazione dalla soddisfazione. Ma possono presentarsi situazioni in cui le emozioni intense non possono seguire il loro corso naturale; in questi casi si sviluppa uno stato di inquietudine, di ansia, di tensione elevata, che finisce per essere motivo di distrazione e per interferire con l'attività regolare.
Numerose ricerche hanno anche dimostrato gli effetti sfavorevoli dell'emozione intensa sulla soluzione di problemi. Nel corso di una di queste un gruppo di scolari partecipò a un esperimento articolato in tre fasi. Nella prima ogni soggetto veniva esaminato con una forma ridotta  della scala d'intelligenza Stanford-Binet; successivamente affrontava un compito consistente nella soluzione di problemi, con dei premi in palio. Il premio eventuale veniva scelto dal ragazzo fra alcuni pacchi molto attraenti, che contenevano dolciumi, denaro o videogiochi. Il compito era predisposto in modo tale che a metà dei ragazzi toccava il successo, all'altra metà l'insuccesso. Naturalmente i ragazzi più fortunati esultavano per il premio, mentre gli altri si lasciavano prendere dall'abbattimento. Nella terza fase ogni soggetto doveva ripetere il test d'intelligenza. L'esperimento rivelò una netta caduta del punteggio di quei ragazzi che avevano sperimentato il turbamento dell'insuccesso nella fase intermedia fra le due applicazioni del test. (La possibilità di simili alterazioni del punteggio a causa di una frustrazione indica la necessità di una notevole competenza da parte di chi applica test di intelligenza)

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