Vivendo acquistiamo una predisposizione a provare emozione in rapporto a persone oggetti o idee, che siano diventate importanti per noi attraverso le nostre esperienze individuali.
La forma più tenue di coloritura affettiva è quella determinata dalle semplici preferenze, quali la simpatia o l'antipatia per un certo colore o per un cibo particolare. Che le preferenze variano notevolmente da un individuo all'altro è sottolineato dal vecchio adagio: " Tutti i gusti sono gusti".
Le preferenze si organizzano in configurazioni che prendono il nome di atteggiamenti.
Una persona può avere un atteggiamento favorevole o sfavorevole verso i sindacati, i partiti, le pratiche religiose o il fumo. Se l'atteggiamento è favorevole, la persona, l'oggetto, la situazione o l'idea determinano una risposta emotiva piacevole o favorevole; se l'atteggiamento è sfavorevole, la risposta emotiva è spiacevole, sfavorevole, magari ostile. L'atteggiamento è quindi è più di un giudizio o di un'affermazione, nel senso che una data cosa è buona o cattiva, desiderabile o indesiderabile; si tratta infatti di un giudizio accompagnato da una risposta affettiva. Si definisce pregiudizio un atteggiamento fermamente consolidato e chiuso alla libera discussione. Certe preferenze cadono su questa o quella scelta: zucchero di canna o zucchero di barbabietola; la preferenza sull'una o sull'altra assume il carattere di pregiudizio se il cuoco si rifiuta anche di provare lo zucchero di barbabietola. Le credenze consolidate su problemi sociali --- che gli appartenenti a una razza siano inferiori a quelli di un'altra, che le donne non siano intelligenti come gli uomini --- sono anch'esse dei pregiudizi, perché coloro che le sostengono non sono capaci di modificarle attraverso l'esame di prove concrete. Il termine complesso si riferisce a un atteggiamento che è accompagnato da un'emozione eccessiva, alla base di reazioni di tipo nevrotico. Quando l'attaccamento di un individuo alla madre diviene così eccessivo da interferire con gli altri normali rapporti umani, si parla di un" complesso materno". Un complesso di inferiorità non è altro che un atteggiamento di eccessiva autodenigrazione che danneggia colui che ne è affetto. In conclusione, quando parliamo di preferenze, pregiudizi, atteggiamenti o complessi, vogliamo richiamare l'attenzione sul fatto che attraverso l'apprendimento certi oggetti, persone, istituzioni, idee, pervengono a determinare in un soggetto delle risposte emotive che differiscono, come qualità o intensità, da quelle suscitate in altre persone dagli stessi stimoli.
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