giovedì 16 gennaio 2014

Dian Fossey

La vita e la carriera:

Dian Fossey nacque il 16 gennaio 1932 a San Francisco, California, figlia di George e Kitty Fossey. I problemi economici del padre, portarono al divorzio della coppia nel 1938 e Dian fu affidata alla madre che qualche anno dopo si risposò con il ricco costruttore Richard Price. Anni dopo anche il padre si risposò, ma continuarono vari problemi che lo condussero nel 1968 a suicidarsi, mentre Dian era in Ruanda. Gelidi invece furono i rapporti che Dian ebbe col suo patrigno, tanto che non fu neanche mai adottata ufficialmente.
Dian si iscrisse alla facoltà di veterinaria all'Università della California, Davis subito dopo aver conseguito il diploma a San Francisco. Dovette però superare notevoli contrasti col patrigno che voleva per lei un futuro diverso, legato alla sua attività d'affari, ma lei caparbiamente, continuò per la sua strada. Dian successivamente si trasferì al San Josè State College (attualmente San Josè State University) per studiare terapia occupazionale, dopo aver avuto problemi con materie quali chimica e fisica. Nel 1954 si è laureata. Dopo ulteriori specializzazioni, Dian si trasferì nel Kentucky dove divenne direttore del dipartimento di terapia occupazionale al Kosair Crippled Children Hospital in Louseville. In quegli anni divenne cattolica.

Il lavoro sui gorilla:

Nel 1967 Dian fondò il Karisoke Research Center, in una remota foresta situata nella provincia del Ruhengeri, in Ruanda per osservare i gorilla. I suoi studi ebbero un tale successo che nel 1970 il National Geographic Magazine inviò un suo fotografo, Bob Campbell per documentare il lavoro della Fossey, facendo diventare la studiosa una delle principali esperte mondiali di gorilla africani. Dian sfruttò tutta quella celebrità per pubblicizzare la causa dei gorilla, pericolosamente minacciati dai bracconieri che mettevano a rischio la sopravvivenza dell'intera specie. Particolarmente famose sono le fotografie nelle quali la Fossey viene toccata da uno dei gorilla da lei più amati, il giovane maschio battezzato Digit, proprio a testimoniare il rapporto di cordialità che si era instaurato con quegli animali che ancora oggi sono considerati pericolosi ed aggressivi. Dian intraprese anche delle dure battaglie per salvaguardare sia l'habitat dei gorilla, minacciati dal crescente turismo in quelle zone incontaminate dell'Africa sia i gorilla stessi, minacciati da numerosi zoo europei che pagavano ingenti somme di denaro pur di avere cuccioli ed adulti da esporre nelle loro strutture. Ad ogni modo gli attacchi dei bracconieri continuarono incessantemente, malgrado le azioni, alle volte anche molto decise della studiosa, molti gorilla vennero uccisi, mentre altri furono portati via dalle loro montagne per essere messi in vari zoo del mondo, dove in pochi anni morivano puntualmente. Dian affermò che guardare gli animali in gabbia in uno zoo non era etico, e si appellò alla Comunità Europea per modificare le regole di cattura degli animali. La Fossey scrisse anche un libro, Gorillas in the Mist, che attualmente è considerato uno dei migliori manuali per lo studio teorico delle abitudini dei gorilla.

Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Dian_Fossey

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